Pensieri, idee, riflessioni, visioni e progetti sulla Livorno del 2060 di un gruppo di architetti e artisti livornesi (e non solo).

giovedì 29 luglio 2010

il verde e il confine, commento a fabrizio + PROPOSTA WALTER

Alla lista delle parole che fino a qui, con una certa timidezza, sono emerse dai nostri post e dagli interventi dal vivo e che Marco ha attaccato su una parete di 70m2, dopo la riunione di lunedì, ne aggiungerei alcune:
accanto ad "identita" aggiungerei "storie" e "racconti" (perchè amaranto?:-)) che si sommano alla parola "mare" già introdotta da lucia e simona. Sempre accanto ad identità, ma dopo un asterico, aggiungerei la "mediocrità" introdotta da erika (nel senso di: come evitare di essere i soliti cialtroni, approssimativi e superficiali quali noi labronici oggi siamo?)
Mentre metterei in due categorie a parte le due parole introdotte da Fabrizio: Confine e Verde.
L'affascinante tema del confine merita una riflessione adeguata, che, per quanto mi riguarda, cercherò di sviluppare in seguito, mentre sul verde potrei già dire questo:
Il verde (o meglio gli alberi) deve essere un elemento fondativo dello sviluppo di ogni città. L'affermazione non sfuggirà a nessuno essere banale fino all'imbarazzo, ma è proprio questo imbarazzo che, sommandosi algebricamente all'imbarazzo per la mancanza totale di attenzione a questo tema, ha per risultato che, a verde, siamo a ZERO e che la proposta degli oneri di urbanizzazione verdi fatta da fabrizio, anche se appare troppo prosaica nel nostro contesto, è da recepire alla lettera!
Credo che a questo punto, come gruppo, dobbiamo chiederci quali sono gli altri elementi fondativi di livorno2060, fino a qui sono emersi (provo a sintetizzare, voi intervenite con delle correzioni) :

-L'identità labronica: Il mare, l'acqua, le storie..
-Il verde
-La sostenibilità ambientale
-La sostenibilità sociale

(Quando faccio queste sintesi mi deprimo perchè rileggendole mi sembrano di una banalità sconcertante nonostante mi stia sanguinando il naso per lo sforzo! :-))
A questo punto sento di dover far mia una proposta che walter mi ha fatto al telefono ma che ancora non ha pubblicato su questo blog:
INVITIAMO UN PAIO DI PERSONAGGI, SCRITTORI, SPECIALISTI DI INDISCUTIBILE VALORE, A FARE UNA CHIACCHERATA CON NOI SUL TEMA DEL VERDE DEL MARE , DELLA SOSTENIBILITA' SOCIALE O DI UN ALTRO ARGOMENTO CHE CI PIACCIA E CHE CI SEMBRA FONDATIVO PER LIVORNO 2060?

ORAMICHETOLUCAD

Bene rapportarsi, da subito, con i media, non accelleriamo, però, con le proposte

La parte davvero interessante di livorno 2060 è la possibilità di scambiarci informazioni, punti di vista, idee. Un lavoro preliminare di analisi, narrazione, studio e confronto sulle esperienze già fatte in questo campo è condizione imprescindibile per arrivare ad un risultato che non sia il solito "progetto" urbanistico bensì un lavoro che, appoggiandosi alla solidità della nostra cultura, oltre che della nostra creatività, abbia davvero la forza di coinvolgere e convincere.
Inoltre, Iin considerazione del fatto che il rapporto con gli amici artisti è fondamentale per la buona riuscita del lavoro, e del fatto che la loro partecipazione fino ad adesso è di alta qualità ma di bassa quantità (Enrico prendili per i capelli! :-)), rimanderei l'emanazione di qualsiasi proposta/progetto o come la vogliamo chiamare ad una fase successiva.
un abbraccio a tutti
luca difonzo

mercoledì 28 luglio 2010

pubblico quello che mi scrive Alessandra Poggianti...



ciao caro,come procede il lavoro per il livorno 2060?io ho parlato con il caporedattore e pensiamo che sarebbe bello comunicare la cosa nn solo come annuncio ma iniziando a pubblicare alcuni progetti, tipo immagine e breve descrizione , tipo schedatura. a me sembra una buona idea, nn so se per voi puo' funzionare, alla fine si parla, di città e quindi anche i suoi mezzi di comunicazione devono essere coinvolti, soprattutto quelli di divulgazione come il tirreno. so che vi rivedrete a settembre, ma magari ne potete parlare in modo da lavorarci questa estate. io posso mettere la proposta nel blog, ma nn riesco ad accedere. mi rimandi il link, per favore?ci vediamo da sierra, credo,besos alessandra

lunedì 26 luglio 2010

UN PERCORSO NELLA CITTÀ come filo conduttore.

L'elenco fatto da Luca, la visione di Marco, le idee inserite nel blog ed espresse nei due incontri precedenti, mi convincono sempre di più che sarebbe interessante immaginare di percorrere, tra 50 anni, un tratto consistente e significativo della città (da scegliere insieme), lungo il quale ciascun gruppo di lavoro può sviluppare il proprio progetto.
L'idea di un percorso consentirebbe di affrontare il tema della mobilità (trasporti lenti e non.), dei suoni (Simo l'idea è molto “Lisbon Story” e mi piace un sacco!), degli spazi aperti (integrazione sociale), di quelli costruiti (differenze sociali/crescita demografica...), del verde (giardini privati, giardini pubblici...), del mare, della comunicazione, delle preesistenze, delle demolizioni... insomma, un po' tutto.
Mi piacerebbe che ci fosse un filo conduttore in grado di collegare con una certa logica i vari progetti. Potrebbe essere utile anche ai fini della presentazione finale e per l'allestimento della mostra!
marta
ciao a tutti scusate, volevo dare il mio contributo con alcune idee, ma al momento non sono riuscito a creare un link cui appoggiare la mia relazione di 3 pagine
comunque ci vedremo stasera così potrò commentare le vs belle impressioni che ho letto
(magnifica quella di una pianta gigante) e mi porterò dietro qualche copia della mia nota
FF

venerdì 23 luglio 2010

MAre=Acqua=Livorno canali

sono con te Lucia, e mi dai spunto per pensare

MAre= ACqua (l'oro del futuro)=canali di Livorno (da riqualificare e trasformare)=mobilità lenta=nuovo infrastrutture =nuovo abitare in centro

Ho intesta una visione ...magari da produrre ...per lunedi !! magari le vaschette portano consiglio

a lunedi!!!


buon week

mercoledì 21 luglio 2010

Il mare per Livorno (e per i livornesi)

Approcci tecnicistici o slow, sociologici o urbanistici, collettivi o personali, catastrofici o sostenibili ... argomenti ce ne sono tanti e, per quanto mi riguarda, tutti molto interessanti e stimolanti. Ma ciò che ho difficoltà a fare, pensando al futuro, è trovare delle certezze. Forse non è necessario, forse è impossibile e il lato affascinante di questa nostra "scommessa" è proprio l'impossibilità di prevedere il futuro, di sapere come sarà la nostra città tra 50 anni. 50 anni sono molti ma non tanti da essere inafferrabili, da consentire di fare provisioni fantascientifiche, 50 anni sono meno di una vita, si possono raccontare, vivere, ricordare e forse è per questo che non riesco ad abbandonare il mio lato razionale ed essere "istintiva" come ha suggerito Enrico. O forse perchè gli architetti sono più abituati all'approccio analitico, scientifico, realistico ... per questo ho apprezzato sin dall'inizio la presenza degli artisti! Per il momento se provo, come suggerisce Marco, a pensare di svegliarmi nel 2060 e descrivere cosa vedo, immagino di vedere il mare, il mare di livorno, perchè sono sicura che ci sarà sempre ( non credo che nel lasso di tempo che ci siamo dati avrà invaso la città...! ) e sarà sempre nelle abitudini, nella quotidianità, nel cuore dei livornesi, come lo è oggi e come lo era anche molto più di 50 anni fà. Il mare è ed è sempre stato vissuto dai livornesi in maniera fisica. Hanno bisogno di vederlo, annusarlo, ascoltarlo e toccarlo. Se al livornese togli mare e sole sente di aver perso qualcosa di "ancestrale". Non per tutti è così ma di sicuro lo è per una larga maggioranza e ciò porta a conseguenze e abitudini sociali, organizzative, comportamnetali che segnano e caratterizzano la nostra città.
Pensando al mare vissuto dai livornesi ho trovato la "certezza" che cercavo e il punto dal quale mi piacerebbe partire (o tener presente) in una visione che sicuramente sarà molto più complessa, articolata e (spero) non così scontata!

A lunedì,

Lucia

BUONA L'IDEA DELLA FOTO

Condivido i tre riferimenti culturali proposti da Luca De Lorenzo.
Interessanti anche le varie proposte fin qui emerse a proposito dei media finali da adottare,
continuo ad essere convinto della necessita di diversificare il più possibile
Buona l'idea della foto aerea da stendere sul pavimento per poi intervenirci sopra durante le riunioni con i mezzi che ciascuno preferisce. Così cominciamo a dare forma alle idee.
Qualcuno ha proposte su come stampare una grande foto? pezzi 40x40 come suggerisce luca dopo esserci divisi le zone e decisa una scala?
vorrei infine, sperando sia utile, scrivere qui di seguito alcune parole chiave (messe a caso) che ho visto emergere nel blog e nelle riunioni, chiedendo a tutti di integrare la lista(sempre che lo riteniate utile) :
persone
ambiente
sostenibilità
mobilità
camminare
integrazione
identificazione
innovazione
Demografia
decrescita
collasso
slow
bottega
ed il proverbio più citato: "Se volete andare in fretta, andate soli, se volete andare lontano, andate insieme!" :-)
............
...........
luca difonzo

dimenticavo

AGGIUNGO CHE SE NOI ARCHITETTI portiamo una fotoaerea (ad esempio), oppure libri, MI PIACEREBBE che le altre intellettualità PORTASSERO MATERIALI E STRUMENTI da cui partono i propri processi inventivi, perchè ognuno di noi può essere stimolato dagli strumenti dell'altro?

a tale proposito potremmo stampare una foto aerea della città dall'alto , suddivisa nel modulo 40x40 cm del pavimento di 70m2 , da mettere al centro della tribù ed avere mentre ci riunionamo uno degli infiniti materiali potenzialmente utilizzabile!!

capiamo l'idea e come raggiungerla

_ 12 luglio 2010

Riferimenti
"La città è qualcosa di più di una congerie di singoli uomini e di servizi sociali, come strade, edifici, lampioni, linee tranviarie e via dicendo; essa è anche qualcosa di più di una semplice costellazione di istituzioni e di strumenti amministrativi, come tribunali, ospedali, scuole, polizia e funzionari di vario tipo. La città è piuttosto uno stato d'animo, un corpo di costumi e di tradizioni, di atteggiamenti e di sentimenti organizzati entro questi costumi e trasmessi mediante questa tradizione". (Robert Park, La città).

"Se volete andare in fretta, andate soli, se volete andare lontano, andate insieme” proverbio africano

“LA decrescita felice” libro Gauzin Muller


Premetto scrivo a pioggia quello che mi veniva viaggiando in treno (il solito tram tram!!)

Dopo l’ultima riunione mi sembra ci siano 2 spinte una + legata a cercare una via comune l’altra massima libertà espressiva

Io penso questo:
il lavoro del gruppo dovrebbe essere simile a quello di un laboratorio “artigianale” che per funzionare deve contenere al suo interno una parte di sapere esplicito (comune a tutti) e un sapere implicito (personale, di massima libertà intellettuale): tutto ciò affinche il lavoro abbia equilibrio e i risultati diversificati spingano nella solita direzione (LIVORNO 2060). In effetti sarebbe un peccato che scenari, immaginati da architetti, opere d’arte oppure qualsiasi altra forma di risultato non potesse essere alla fine potenziale “insieme” e soprattutto sarebbe un’occasione persa non crescere insieme e vedere amplificato il lavoro di ognuno in quello degli altri.

Diventa fondamentale quindi condividere (come già detto in riunione):

1- IDEA (livorno tecnicista o livorno città veloce/lenta allo stesso tempo)
Sulla decisione per la livorno veloce lenta aggiungerei dobbiamo vedere una città fatta di atomi (noi) non impazziti ma che si “muovono” veloci/lenti in sintonia

2- MATERIALI e quindi tematiche
La città è fatta di:
PERSONE
AMBIENTE (vuoti, pieni,verde e terzo paesaggio)
FLUSSI, TRASFORMAZIONI, MOBILITA’ interazioni tra persone e ambiente
ENERGIA-PERSONE (sostenibilità quindi ACQUA a livo non manca, SOLE, VENtO)



Infine è da capire l’obiettivo dei nostri sforzi:
senza l’obiettivo è difficile stabile tempi, mezzi e approccio, quindi dove si va?

per ora da da Marco mi sembra emerso l’idea di un racconto io aggiungo:

scelti i materiali direi di capire se lo slogan, che ci potrebbe accompagnare anche nella analisi, “vedere e toccare” a livello microscopico (passeggiata in città), a livello macroscopico di lettura urbana, e a livello artistico e sociale è

3 OBIETTIVI possibili aggregabili :
a- video racconto è un obiettivo che unisce la facilità e le potenzialità comunicative alla flessibilità di integrazione al suo interno di svariate forme di espressione (unico nel la difficoltà di diffusione pubblica)
b - scenari / opere arte per immaginare visioni con gli strumenti che ognuno di noi sa usare
c - libri / brochure sparsi in città, ovvero il video racconto trasformato in libro dinamico (sfogliandolo velocemente fa rivivere l’effetto del video racconto);
d - mostre e eventi esposizione di a – b - c

Credo che dentro una linea guida e questa diversificazione di strumenti ed obiettivi tutti possono esprimersi con la massima libertà, sentendosi parte di un tutt’uno costruttivo

Insomma costruiamo una “contenitore” al cui interno tutti possano sentirsi liberi di esprimere, nella quale tutti possono crescere e dalla quale naturalmente nasca LIVORNO 2060, un obiettivo spendibile a livello di comunicazione e sensibilizzazione

A presto luca

martedì 20 luglio 2010

Il collasso del sistema

Prima di tutto sono contento che si cominci a discutere, le idee stanno emergendo...arriveremo senz'altro a qualcosa, buono o no che sia...ma comunque a qualcosa che testimonierà la voglia di un gruppo di persone di "fare conoscenza"!
Per quanto riguarda la mia opinione rispetto a quello scritto e detto, io penso seriamente al fatto che 50 anni siano un tempo sufficiente affinchè l'attuale sistema politico, economico, sociale collassi da qualche parte e che da questo collasso si riparta con nuovi obbiettivi.
Mi spontaneo credere che la questione ambientale risulterà fondamentale, vedo nel futuro l'assoluta necessità di pensare ad un'altra città (in generale) più vivibile, più a misura d'uomo, in cui i ritmi siano diversi...tutte considerzioni che vanno dietro al pensiero della città SLOW ipotizzata da LucaDF. Sono d'accordo con lui nella necessità di rallentarci, camminare per osservare...auspico un ritorno alla "bottega" in quanto luogo sociale di quartiere, ed auspico al ritorno dell'importanza sociale dei quartieri stessi...non più "pseudo dormitori" ma luoghi in cui il coinvolgimento delle persone sia sentito e fatto sentire attraverso vere politiche di integrazione sociale.
Non penso ad una livorno tra 50 anni completamente stravolta da chissà cosa, penso piuttosto ad una livorno "diversa" in cui la diversità sia una risorsa e non un problema. Diversità in molti aspetti, come organizzazione politica ed economica ma anche sociale e culturale perchè no anche progettuale nel senso di essere in grado di aver "sviluppato" e realizzato, da oggi ai prossimi 50 anni, dei progetti intorno all'uomo ed all'ambiente...mare compreso, naturalmente!
Scusate per le idee forse un pò confuse, ho scritto quello che mi passava dal cervello...in fondo questo blog serve anche a questo.
Alla prossima....

domenica 18 luglio 2010

La città SLOW ed il problema della scala

Si Carmelo. Identificazione ed integrazione sono condizioni, secondo me, indispensabili affinchè un territorio, o parte di esso, possa definirsi "luogo". Sono d'accordo che il "social housing" pur essendo vittima di maliziose speculazioni per costruire qualche altro banalissimo quartiere periferico, debba essere un importante pilastro della città di domani se avrà lo scopo di eliminare il problema di avere n tetto sulla testa per tutti e se comincerà ad assorbire il principio che ogni insediamento deve prevedere integrazione tra classi sociali, integrazione di funzioni oltre che efficace identificazione culturale. E' particolarmente pertinente il tuo riferimento alla attuale crisi economica internazionale scatenata prorio dalla difficoltà della gente nel riuscire a pagare il mutuo di una casa il cui valore era ed è sproporzionato rispetto al reale.
Per cominciare a rispondere a Enrico:
Il ruolo innovativo di Livorno nel mondo potrebbe essere quello di farsi guida e modello per una urbanità che mette al centro: L'integrazione sociale, funzionale e territoriale; l'identità culturale e le sue relazioni con il resto del pianeta; e, continuo a dirlo, una sua dimensione "SLOW" dove camminare sia lo strumento percettivo primario per capire e progettare.
Quale potrebbe essere la forma di una città così?

Voglio lanciare anche un tema che, credo, dovrà essere dibattuto: la scala.
Non credo che si possa pensare al tema della città 2060 senza calarci nel problema delle dimensioni: quali le opportunità di poter pensare al futuro di una piccola città come Livorno avvantaggiandosi dell'esperienza di crescita già sviluppata dalle metropoli del pianeta; quali i vantaggi da cogliere nella sua scala?
un abbraccio a tutti. L


sabato 17 luglio 2010

La città da immaginare e raccontare

Che ne pensate? Il testo sotto non è mio, ho semplicemente "adattato e integrato" al nostro tema, sostituendo alcuni termini, un invito per un forum del cersaie 2010 sulla "sostenibilità della piastrella ceramica".

“Il luogo – scriveva il filosofo Heidegger – è quel punto di convergenza, di riunione e di raccoglimento in cui, come nella punta acuminata di una lancia, in virtù di una irresistibile attrazione, lo spazio si concentra”.

Le nostre città sono ancora un luogo? E le nostre case? È pensabile immaginare un futuro per l’edilizia senza tenere conto dei grandi cambiamenti culturali, economici, sociali e – infine – ambientali che hanno caratterizzato questo primo decennio del XXI secolo?

Domande “esistenziali”, come la corrente di pensiero del grande filosofo tedesco, eppure estremamente concrete, che trovano realizzazione nei dettagli, nel progetto di un’abitazione, nella pianificazione urbanistica, nei sistemi per l’efficienza energetica.

Anche un “semplice” elemento architettonico può dirci molto su luoghi e non luoghi, dalla quantità di creatività e design incorporati in esso alle “prestazioni” in termini di sostenibilità ambientale realizzabili grazie a un suo ampio utilizzo in architettura.

Possibili risposte, punti di vista inediti, “visioni” sul presente e sul futuro della città da parte di architetti e di artisti e non solo.

A cominciare dall’ultimo, grande interrogativo a cui tutti sono chiamati a dare una risposta: si chiama “ambiente”, e si traduce in “edilizia sostenibile”.

Quindi un approfondimento sul ruolo di ricerca e innovazione per rendere competitiva la sostenibilità, ma anche viceversa, cioè considerando la sostenibilità ambientale come un fattore decisivo rispetto all’incremento di competitività.

Da case, alberghi ed edifici sostenibili si passa al ruolo dell’edificio e degli elementi che lo compongono nella società odierna.
Una società profondamente cambiata rispetto a pochi anni fa: quale modo migliore di approfondire questi mutamenti se non partire dagli stili di vita, dalle nuove modalità di fruizione del tempo libero?
È qui che si situa il focus sul futuro di Livorno, un "luogo" fatto di edifici, ma anche di un territorio in cui questi edifici si situano – per passare poi a un’analisi degli spazi urbani, di quelli ultra-moderni che il filosofo Augè aveva accusato di essere nient’altro che non-luoghi, come i centri commerciali, oggi, al contrario, sempre meno un luogo dove fare soltanto la spesa e sempre più una nuova “piazza”, un micro-cosmo in cui soddisfare anche – se non soprattutto – le esigenze complementari.

Luoghi urbani, luoghi domestici. Se cambia la città, e il modo di pensarla, viverla, costruirla, molto probabilmente cambieranno le nostre case.
Una nuova modalità di abitare – per la verità già “di moda” in molte aree del Nord Europa – che si chiama “social housing”-, ridefinendo alla radice il concetto di privato e di pubblico, di familiari ed estranei, con tutte le conseguenze in termini di arredamento, struttura dell’abitazione, struttura e caratteristiche dei “nuovi” quartieri.

Insomma, grandi trasformazioni urbane che riflettono un più ampio mutamento culturale che ambisce ancora una volta a far comunicare architettura e cultura, la città e la narrazione della città. Il luogo, infatti, non può esistere senza una buona storia: come raccontiamo le nostre città, le nostre case, come le raccontano gli “altri” sarà un buon punto di partenza anche per chiedersi cosa è cambiato davvero, negli ultimi anni, nella nostra società, anche alla luce del grande stravolgimento subito dall’economia mondiale. Raccontare il presente, insomma: un modo per porre la prima pietra del nostro futuro, dei “luoghi” che verranno, e di come li immaginiamo.


Saluti a tutti, Carmelo Pinna

venerdì 16 luglio 2010

quale potrebbe essere la vocazione di una città come livorno nei prossimi anni?tornerà ad essere (o rimarrà ancora)un villaggio marginale (come lo era prima del progetto Mediceo)?Quali potrebbero essere le scelte innovative che potrebbero posizionarci nel mondo?

in accordo con Luca e via...

Sono al 100% d'accordo con Luca DF sia sulle modalità di avvicinamento alla città che sulla MACRO VISIONE da seguire...oggi solo l'"insieme dei microcomportamenti" può attivare una nuova cultura dell'abitare la città, e nessuna legge dall'alto la può determinare. UN DETTO AFRICANO tratto da libro di Al Gore "se vuoi andare veloce, vai solo...se vuoi andare lontano vai in compagnia", noi dobbiamo andare veloce e lontano!!!! SIAMO TANTI E BUONI ora dobbiamo trovare le modalità per ANDARE VELOCI

A Zonzo. Con affetto

Prima di tutto voglio ringraziare Enrico Bertelli per l'idea di livorno 2060 ed i colleghi di 70m2 per l'entusiasmo e la capacità con le quali hanno accolto e sostenuto il progetto.
Per cominciare sintetizzo il mio intervento di lunedì
La guida ("turistica") "Stazione Livorno", curata da un noto gruppo di artisti livornesi e non, che con noi partecipa a questo progetto, suggerisce una modalità fondamentale di lettura della città: camminarla.
Camminare può essere una parola chiave per affrontare il tema di livorno 2060, che poi è il tema, più generale, della città 2060.
La guida si appoggia alle teorie delle avanguardie (da dada ai surrealisti, per i situazionisti, fino al romano e contemporaneo gruppo stalker) ed in particolare agli interessanti spunti contenuti nel libro di francesco careri "walkscapes, camminare come pratica estetica".
Prima di partire con le nostre "visioni" credo sia importante saper distinguere le diverse modalità di lettura e progettazione della città di oggi e di domani. Questo il senso del consiglio di lettura.
A me sembra che si possa parlare di due fondamentali punti di vista:
1 quello della città tecnicistica dove le soluzioni arrivano (quando arrivano :-)) sempre dalla tecnica: spostarsi? : metro elettrica sospesa su piloni; abitare?: nuovi villaggi ad alta efficienza energetica e bassa emissione di inqinanti....etc etc
2 quello della città relazionale che oltre che alla tecnica pensa che si possa agire sulla cultura e gli stili di vita. In questa categoria metto quelle visioni che mettono al centro le relazioni umane preferendole anche a certi rassicuranti ( ed un pò troppo semplificati) bollini di sostenibilità ambientale.
Non credo possa sfuggirvi la mia propensione

Vi lascio qualche link senza commento

luca difonzo

giovedì 15 luglio 2010

per il 26 luglio

Ciao, il 26 luglio non ci potrò essere, sono in vacanza.

Penso che, rispetto alla provocazione dei motorini, potrei affrontare il tema del'inquinamento acustico in città, oggi, nel futuro...etc... ovvero troppo rumore dappertutto, specie vicino al mare, oppure quali sono veramente i rumori degni di essere sentiti, penso alle navi che entrano in porto..... etc....

Livorno come forse sapete ha un piano di zonizzazione acustica e il tema sarebbe interessante, artisticamente andrebbe abbinato alla musica, al concetto di silenzio.........



Simona Corradini

mercoledì 14 luglio 2010

partecipiamo, gente...partecipiamo!

E' solo un invito an on farsi scrupoli...chiunque voglia cominciare a scrivere le proprie idee è ben accetto...questa "lavagna virtuale" serve a questo..

martedì 13 luglio 2010

il prossimo incontro aperto a tutti i partecipanti è stato fissato per LUNEDI 26 LUGLIO alle ore 18.00 presso lo studio 70M2 in via poggiali 10 a Livorno

Apertura blog "Livorno 2060"

Benvenuti a tutti.
Come promesso abbiamo creato il blog per scambiarci idee, fare proposte, fissare appuntamenti per ritrovarci, dire ciò che pensiamo e vogliamo. In una parola "condividere". Per ora sappiamo da dove partiamo e stabiliremo insieme dove arrivare.
Rendere interessante e stimolante questo "luogo di discussione" dipende da noi tutti.
Buon lavoro e a presto!