Pensieri, idee, riflessioni, visioni e progetti sulla Livorno del 2060 di un gruppo di architetti e artisti livornesi (e non solo).

venerdì 25 febbraio 2011

Aggiornamento per Effetto Venezia 2011

Scrivo a tutti per aggiornarvi sulla possibilità di rientrare nel programma di Effetto Venezia 2011 con la nostra mostra e relativa ricerca di location.
Premesso che il Comune, ad oggi, non ha nemmeno un euro per la manifestazione noi perseguitiamo la nostra causa...tanto qualcosa prima o poi troveranno!!!!!
Io ho personalmente parlato con Paolo Demi (responsabile per il comune di Effatto Venezia) il quale mi ha detto che potremo tranquillamente entrare nel programma della manifestazione, visto il nostro progetto assolutamente interessante. Per quanto riguarda una eventule location gratuita(mi parlava solo dei Bottini dellOlio) mi ha consigliato di parlarne con l'assessore Bernardo.
Rigurado a questa cosa, invece, Enrico si è informato per essere ospitati nella chiesa sconsacrata in p.zza del Logo Pio. La location è molto più interessante dei Bottini dell'Olio , almeno secondo me, e dobbiamo preparare un documento in cui spieghiamo chi siamo e cosa vorremo esporre.
Questo per ora è tutto, al prossimo incontro ne parleremo.....ciao a tutti.

giovedì 10 febbraio 2011

Da Antignano a Piazza della Repubblica: ipotizzando (o sognando) la Livorno del 2060

La nostra proposta parte da un'idea iniziale di scegliere un itinerario da percorrere con mezzi diversi (a piedi, in bici, su mezzi privati o pubblici) e lungo il quale trovare spazi e situazioni di vario genere con l'intento semplicemente di “osservare” cosa sta succedendo. La parola osservare implicherebbe una certa estraneità ai fatti. Osservando vedo cose che posso più o meno apprezzare senza sentirmi necessariamente coinvolto o responsabile. Questo per dire che nella nostra visione vorremmo lasciare spazio sia a ciò che prevediamo sia a ciò che desideriamo (la differenza tra il futuro che vorremmo che fosse e quello che prevediamo che sia ci è stata chiara sin dall'inizio di questo percorso). Il nostro percorso, da definire (il titolo è provvisorio), interesserà principalmente aree e spazi pubblici (vuoti e pieni) dove potremo avere vari flash sulla vita sociale, sulla mobilità, sull'utilizzo del bene comune ma anche sulle conseguenze delle iniziative private, dall'edilizia in aree private agli atteggiamenti apparentemente “precari” ma che più o meno profondamente modificano non solo l'estetica della città.
Siamo ancora alla fase embrionale del nostro progetto e volendo conciliare le proposte di tre “teste” (non riusciamo a non lavorare in gruppo!) probabilmente dovremmo lavorare sulla concretezza.
Il risultato che al momento immaginiamo è un filmato dove flash e visioni si susseguono e mostrano il “viaggio” lungo il percorso prescelto. Vorremmo che le immagini fossero accompagnate da rumori, suoni e parole che aiutino a descrivere quello che vediamo. Non vorremmo fare alcun progetto lungo il percorso ma quello che faremo vedere sarà sicuramente condizionato dalla nostra volontà (o deformazione professionale) di modificare gli spazi e di conseguenza i comportamenti (collettivi) delle persone.
Per il momento siamo 3 architetti e pur non precludendo di aggregarsi ad altri colleghi, vorremmo coinvolgere almeno un artista, un esperto video ed un musicista (o tecnico audio) che siano interessati a raccontare con noi questo percorso.

Lucia, Marta e Marco

martedì 8 febbraio 2011

Riflessioni sul nostro progetto

Ciao ragazzi , siamo Laura e Leonardo abbiamo partecipato all'ultimo incontro però per motivi di lavoro non ce la facciamo ad esserci Giovedì 10.

Abbiamo nel frattempo cercato di ragionare sul concetto che avevamo accennato l'altra volta durante il nostro primo incontro con Livorno 2060 ossia la questione relativa alla deturpazione del patrimonio architettonico ed artistico della città attraverso le scritte sui muri e non solo. In merito alla voglia di evidenziare una questione che riguarda a mio avviso in modo notevole l'educazione al rispetto del patrimonio comune della città e dei suoi abitanti abbiamo pensato che poteva essere interessante sviluppare un concetto di abitazioni e di edilizia diversa ipotizzando nel 2060 un concetto di abitazioni non più in muratura ma tendaggi.

Abbiamo quindi pensato come questa tendenza all'ignorare il patrimonio pubblico si svilupperà in futuro. Ovviamente la via migliore sarebbe quella di insegnare l'educazione civica nel periodo scolastico ma non è mai avvenuto e credo mai succederà.


Quindi nell'ipotesi che l'utilizzo di scritte sui muri diventi una abitudine per qualsiasi futile motivo (già adesso l'80% delle scritte sono fra innamorati o tifosi di calcio) abbiamo ipotizzato una città che accetta questo nuovo metodo di comunicazione anzi lo estende e incorpora.


Nel 2060 la comunicazione attraverso le pareti degli edifici sarà comune e utilizzata da tutti, anche dagli enti stessi, questo avverrà attraverso nuove tipologie di pareti, la tendenza consumistica porterà a realizzare delle pareti con una breve emivita, di tessuto che avvolgeranno tutti gli edifici, questi tessuti saranno veri e propri luoghi dove scrivere e comunicare, salvo poi vedere sparire tutto per il cambio di abito degli edifici.

È possibile anche che sia la tecnologia ad andare incontro a certe esigenze e quindi potremmo ipotizzare che questi tessuti siano tecnologici e capaci di comunicare con dei LED all'interno.

Vere e proprie opere illumineranno gli edifici, basterà un computer o un cellulare per inviare messaggi che tutti potranno leggere su queste nuove bacheche nella città.

Ci piacerebbe portare avanti questo concetto se poi ci sono temi più grandi da sviluppare nei gruppi ci piaceva dare un contributo al tema del porto.


Ciao

Laura


Cosa significa " FARE"
Intervista a Renzo Piano durante la trasmissione "VIENI VIA CON ME" di F. Fazio
 
Renzo Piano legge la sua lista del Fare:
"Fare" costruire sono la più antica scommessa dell’uomo insieme a scoprire, navigare e coltivare i campi, è un nobile mestiere quello dell’architetto , se fatto bene!……….
 
"Fare bene" :
per fare bene bisogna capire e ascoltare ……..è un’arte difficile e complessa quella dell’ascolto, perché quelli che hanno più cose da dire sono discreti e sottili. Ascoltare non è obbedire ascoltare non è trovare compromessi, ascoltare è cercare di capire, quindi cercare di fare progetti migliori.
"Fare per gli altri ":
si diceva una volta fare il bene comune. Bisogna sempre ricordare che fare Architettura significa costruire edifici per la gente, università, sale per concerti, scuole e musei.
Tutti luoghi che diventano avamposti contro l’imbarbarimento .
Sono luoghi per stare insieme , luoghi di cultura di arte,……….. l’arte ha sempre acceso una piccola luce negli occhi di chi la frequenta.
"Fare con attenzione":
la terra ha scoperto e ci ha ormai avvisato , la propria fragilità.
Per questo non credo nell’energia nucleare, ma credo fermamente nell’energia rinnovabile, l’Italia non ha giacimenti di uranio ha molto sole e tanto vento.
"Fare bellezza":
la bellezza è imprendibile , se allunghi la mano ti scappa, ma se la definisci come facevano i greci con il bello e il buono che stanno insieme allora tutto diventa possibile.
Quindi la bellezza e l’utilità messe insieme vincono il formalismo e l’accademia.
"Fare silenzio" :
costruire emozioni ,talvolta l’architettura cerca il silenzio ed il vuoto in cui la nostra coscienza si possa ritrovare.
Il silenzio è come il buio, bisogna avere il coraggio di guardarlo, poi piano piano, si cominciano a vedere il profilo delle cose, quindi l’architettura è anche l’arte di creare i luoghi per il silenzio, per la meditazione.
"Lasciar fare":
bisogna lasciare fare ai giovani . Bisogna sapersi mettere da parte, c’è bisogno di valorizzare i giovani, bisogna che la politica faccia concorsi……… ci sono tantissimi giovani talenti che non hanno niente da fare, oggi in Italia un architetto prima di cinquanta anni ha poche possibilità.
C’è un’intera generazione che è stata tradita ………… La politica teme il talento perché il talento ti regala la libertà e la forza di ribellarti.

Domanda di Fazio : " QUINDI ANDARE VIA O RESTARE ? "
Risposta di R. Piano : Andare per poi tornare , i giovani devono andare via per curiosità non per disperazione.
Andare via per capire il resto del mondo e per capire se stessi, c’è un’italianità in ognuno di noi, che non è quella dell’orgoglio nazionale, noi italiani siamo come dei nani sulle spalle di un gigante , il gigante è la cultura antica che ci ha regalato una straordinaria e invisibile capacità di cogliere la complessità delle cose, articolare i ragionamenti , tessere insieme arte e scienza e questo è un capitale enorme, e per questo capitale c’è sempre posto a tavola per tutto il resto del mondo.

Renzo Piano